Crescere con il papá

A cura della Dott.ssa Daniela Cusimano, Psicologa Clinica, Coordinatrice Pronto Soccorso Psicologico Italia

Crescere con il papá

“Un padre è qualcuno che ti prende in braccio e ti insegna a ridere. Qualcuno che quando chiudi gli occhi puoi sentire il suo cuore battere nel tuo. Qualcuno che con la sua mano grande come il cielo ti indica la strada. Qualcuno che, basta un soffio appena nei polmoni, per toglierti ogni paura. Che grande forza che ha un padre!”
(Fabrizio Caramagna)

Negli ultimi anni si è assistito ad un grande cambiamento nei nuclei familiari, che ha portato ad una attenuazione della figura di padre “padrone”, lasciando sempre più spazio ad una figura paterna che è molto più coinvolta nella vita familiare, già da prima della nascita del bambino attraverso i corsi preparto.
Il papà, così, inizia a vivere da subito l’evento della nascita del proprio bambino, sentendosi più vicino anche alla propria compagna perché maggiormente coinvolto in tutti gli aspetti della gravidanza e poi della gestione del nuovo arrivato.

Oggi la famiglia e la società sono in continuo cambiamento. Non esiste un solo tipo di famiglia, ma tanti tipi di famiglie. Non c’è una sola figura di padre, ma con il termine padre si intende una figura che accompagna l’altro genitore nel prendersi cura del bambino. Anche l’aspetto economico dei genitori è cambiato: in una società fluida come quella attuale dove non esiste solo lavoro stabile e con orari prestabiliti, oggi abbiamo lavori in continua mobilità e con orari flessibili.
Inevitabilmente questo si riflette anche sulla vita di famiglia, ed ha portato sempre più spesso genitori che si occupano a tempo pieno dei figli, perché facendo i turni possono dividere a metà il tempo da dedicare loro.

Per tutte queste ragioni la figura del padre è cambiata. Il papà è meno distante di un tempo sia dal punto di vista della condivisione del tempo passato insieme, sia dal punto di vista affettivo.

Nella cultura psicologica la figura del padre è stata associata alla sua funzione di portare il figlio fuori dal nido materno per imparare a stare con gli altri, affrontare le difficoltà e tirare fuori le proprie risorse. Questa importante funzione paterna si colloca come il ponte tra il bambino e il mondo, che lo sosterrà a rialzarsi dopo una caduta e a trovare modi creativi di fare da solo.
La figura paterna è la persona che gioca con lui utilizzando il canale della fisicità, che gli sarà da esempio nello svolgere attività produttive e costruttive, e che lo guiderà a esplorare il mondo circostante.
Il padre può offrire alla madre quella presenza accogliente e rassicurante che le consentirà di vivere quello che in psicologia è definita “regressione materna”, ossia la capacità della madre di mettersi nei “panni” del bambino per rispondergli efficacemente. Il padre che saprà prendersi cura della madre la aiuterà a sentirsi meno vulnerabile e capace di occuparsi del suo bambino con empatia.
E’ grazie al padre e alla sua funzione discriminatrice, che il figlio riesce a liberarsi dell’identità inconscia con la madre, uscendo dal nucleo diadico, al fine di avviare il proprio processo di individuazione, separarsi e crescere psicologicamente come entità autonoma, unica ed irripetibile.

Un papà è il primo compagno di un figlio. Un papà è colui a cui il bambino si ispira, da cui trae gli insegnamenti e che gli fa da guida per affrontare la vita. Un papà è il primo, insieme alla mamma, ad insegnare al bambino a parlare, ma anche a comunicare con il prossimo, a spostarsi, ma anche a camminare sulle strade della vita, ad andare in bicicletta ma anche a “pedalare” per costruirsi la propria via.

Il funzionale distacco del figlio dalla dipendenza materna inizia con lo svezzamento, dai 6/8 mesi ai 14mesi. Tra i 14 mesi e i due anni si matura l’indipendenza progressiva dalla figura materna e grazie alla maturazione della relazione padre-figlio, il bambino acquisisce una rappresentazione stabile di sé stesso e gestisce in modo autonomo l’angoscia da separazione che gli consente di stare con l’uno o l’altro genitore senza timori.L

La figura paterna svolge funzioni fondamentali ed il suo ruolo si rivela essenziale per il miglior sviluppo del figlio, determinante alla sua fase di individuazione di sé come individuo “altro”, psichicamente autonomo, in grado di rivolgere l’affettività anche al di fuori della coppia madre-figlio e maturare una capacità verso tutte le altre figure significative per il resto della vita.
Il ruolo del padre, inoltre, è molto influente nella scelta del partner da parte delle figlie e determinerà il loro concetto di amore nelle relazioni interpersonali.

Ben vengano perciò, oggi più che mai, i padri presenti tanto quanto le madri, in un momento storico di confronto e condivisione all’interno della coppia genitoriale.
Il nuovo padre evolutivo è in primis un compagno che aiuta la madre a liberarsi della supremazia del materno come unico codice valido per crescere i bambini. Tiene aperto il conflitto tra le due dimensioni necessarie alla crescita e, soprattutto, sa proteggere, ma anche dispiacere.

Spesso i padri di oggi faticano ad accettare un ruolo di contenimento, di argine, che chiaramente provoca conflitti con i figli; vogliono essere amici. Ma se non si mantiene una giusta distanza dai figli, che non è affettiva, ma educativa, non si riesce a consegnare un’eredità, a donare il segreto prezioso del vivere, a sostenere quell’elemento conflittuale che permette ai figli di tirar fuori tutte le loro risorse e di farcela.
È il padre che accompagna nelle scoperte, che recupera i figli quando cadono, che li rimette in piedi. Il suo compito autentico sta nel mettersi accanto: «Non ti impedisco di fare da solo, di metterti alla prova, di rischiare per testare le tue potenzialità, e nei tuoi tentativi ti sto vicino, sono dalla tua parte, ti mostro che fallire è umano e possibile, ma che è anche altrettanto possibile provare a farcela». Il padre evolutivo è testimone di coraggio e del desiderio della vita.

Il Pronto Soccorso Psicologico-Italia con i propri operatori è presente per sostenere e accompagnare i “papà ” nella presa di consapevolezza del ruolo di padre, che rappresenta un importante funzione di grande impegno e di complessa gestione.

Dott.ssa Daniela Cusimano, Psicologa Clinica, Coordinatrice Pronto Soccorso Psicologico Italia