Gli stereotipi di genere: conoscerli per superarli

A cura della Dott.ssa Francesca Torre, Psicologa Clinica – Pronto Soccorso Psicologico-Italia

stereotipi di genere

Gli stereotipi sono come l’acqua per i pesci: proprio perché ci circondano e sono ovunque, non li vediamo più

Con la parola Stereotipo nell’ambito della psicologia sociale si fa riferimento a una funzione prettamente cognitiva di categorizzazione e semplificazione della realtà attribuendo specifiche caratteristiche e comportamenti a soggetti appartenenti ad uno stesso gruppo, così tale scorciatoia di pensiero e generalizzazione è molto spesso causa di una visione distorta della realtà e conseguentemente causa della creazione di atteggiamenti giudicanti e spesso anche discriminanti nei confronti di specifici gruppi sociali.

Tra questi gruppi sociali  trovano collocazione anche le donne, in questo caso si parla di stereotipi di genere, ebbene si quelli che possono essere considerati dei semplici luoghi comuni legati al mondo femminnile sono invece delle concezioni di pensiero così radicate nella nostra cultura ad un livello tale da condizionare lo stesso vissuto delle donne nella società. In altri termini il ruolo che ciascun individuo svolge nei contesti che caratterizzano la sua vita è influenzato dall’appartenenza al genere maschile o femminile. In pratica, questo ruolo può essere sintonico o distonico rispetto alle aspettative sociali differenti che si hanno in base al sesso dell’individuo (Eagly e al., 2000).

Una ricerca sugli atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti italiani” (GAP 2020) insieme alle indagini svolte nell’ambito dell’Osservatorio Mutamenti Sociali in Atto COVID-19 (MSA-COVID19), l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Irpps) ha misurato gli stereotipi di genere di cui sono portatori i giovani del nostro paese. La ricerca GAP 2020 ha interessato 3.273 studenti e studentesse italiane che frequentano le scuole superiori sul territorio nazionale.  I risultati della ricerca hanno confermato come oggi anche tra i giovani è abbastanza rilevante la presenza di stereotipi di genere infatti 4 ragazzi su 10 ritengono che sia l’uomo a dover mantenere la famiglia. Per 1 ragazzo su 4 l’uomo deve comandare e il tradimento di una donna è più grave e condannabile rispetto a quello dell’uomo.

Anche i dati ISTAT su una statistica condotta nel 2019 rispetto ai pregiudizi di genere rilevava che per il 32,5% degli intervistati “ per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro” e ancora rispetto alla violenza sulle donne per il 23,9% le donne possono provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire.

Questi sono alcuni dati esemplificativi di quanto siamo ancora lontani dalla così tanto declamata parità di genere e di come le donne sono ancora considerate il sesso debole deputato alla sottomissione, è proprio quest’ultimo aspetto il più insidioso in quanto giustifica atti di violenza nei confronti del genere femminile. Violenza che purtroppo frequentemente è agita, con azioni lesive, aggressive e talvolta letali, ma in altre occasioni è molto più latente e sommersa, ma pur sempre dolorosa da subire.

Basti pensare a tutte quelle volte in cui le donne non sono ritenute all’altezza di poter svolgere un determinato ruolo solo per il semplice fatto di essere donne, o quando gli viene negata la possibilità di un lavoro perché sposate e/o con figli o al contrario giudicate come poco di buono perché prediligono la carriera alla famiglia additandole come persone senza coscienza e dignità. Bisogna prendere consapevolezza che anche tutto questo è violenza e discriminazione.

È proprio prendere coscienza della presenza di queste dinamiche sociali che può aiutarci a interrogarci maggiormente sui nostri atteggiamenti e a sensibilizzarci verso tematiche come quelle degli stereotipi di genere che sono talmente radicati nella nostra cultura da essersi normalizzate, ma che invece meriterebbero una rivalutazione e una convergenza verso stili di pensiero più critici, attenti e corrispondenti alla realtà. Assume un’importante significato in questo ambito l’affermazione dello scrittore Rainer Maria Rilke ” Una volta accettata la consapevolezza che anche fra gli esseri umani più vicini continuano ad esistere distanze infinite, si può evolvere una meravigliosa vita fianco a fianco, se quegli esseri riescono ad amare questa distanza fra loro, che rende possibile a ciascuno dei due di vedere l’altro, nella sua interezza, stagliato contro il cielo.”

Bisogna dunque intensificare le campagne di prevenzione della violenza sulle donne a partire dalle scuole e dalle famiglie così da garantire un modellamento precoce dei ruoli incentivando atteggiamenti positivi e di rispetto nei confronti del genere femminile.

La cronaca nera quotidianamente ci da notizie riguardanti la violenza interpersonale. In particolare negli ultimi anni si è data finalmente dignità alla violenza sulle donne. Le terrificanti storie riferite dalla cronaca, classificandole come femminicidi ,  per cui non siamo di fronte al semplice  delitto di donne in quanto donne, ma  gli assassini percuotono quell’unica donna nei confronti della quale hanno maturato una severa dipendenza emotiva, tanto da sentirsi disadatti di vivere senza di lei e da diventare a un punto tale gelosi da preferirla morta che con qualcun altro. 

I professionisti del Pronto Soccorso Psicologico Italia sono presentoi nelle loro sedi 24 h su 24 per poter essere di supporto e di aiuto in qualsiasi momento e in qualsiasi occasione. La Violenza la fermi se tutte le componenti sociali e tutte le istituzioni danno il oro supporto e le donne possono sentirisi protette.

 

Dott.ssa Francesca Torre, Psicologa Clinica