A cura della Dott.ssa Patrizia Santagati, Psicologa Clinica, Pronto Soccorso Psicologico-Italia
Osserva un bambino che raccoglie conchiglie sulla spiaggia: è più felice dell’uomo più ricco del mondo. Qual è il suo segreto? Il bambino vive nel momento presente, si gode il sole, l’aria salmastra della spiaggia, la meravigliosa distesa di sabbia. È qui e ora. Non pensa al passato, non pensa al futuro. E qualsiasi cosa fa, la fa con totalità, intensamente; ne è così assorbito da scordare ogni altra cosa.
(O. Rajneesh)
Abstract
Play is the key to revealing a child’s inner universe. To really know it, you need to know how to “read”.
For Freud, play represents the first and most important tool through which the child internalizes social norms and builds his own identity. It is precisely in play that the little one explores the surrounding world, expresses the deepest emotions and processes complex experiences. Even the simple smile of a newborn, exchanged with its mother, constitutes a primordial form of play, fundamental for the development of emotional bonds and communication. Play, therefore, is not just a playful activity, but a real “therapeutic process”, which allows the child to face fears, anxieties and internal conflicts, transforming them into positive and constructive experiences.
Riassunto
Il gioco è la chiave che svela l’universo interiore di un bambino. Per conoscerlo bisogna saperlo “leggere”.
Per Freud, il gioco rappresenta il primo e il più importante strumento attraverso cui il bambino interiorizza le norme sociali e costruisce la propria identità. È proprio nel gioco che il piccolo esplora il mondo circostante, esprime le emozioni più profonde ed elabora esperienze complesse. Anche il semplice sorriso di un neonato, scambiato con la madre, costituisce una forma primordiale di gioco, fondamentale per lo sviluppo del legame affettivo e della comunicazione. Il gioco, dunque, non è solo un’attività ludica, ma un vero e proprio “processo terapeutico”, che permette al bambino di affrontare paure, ansie e conflitti interiori, trasformandoli in esperienze positive e costruttive.
Introduzione
In un’epoca frenetica e iper-connessa, dove la tecnologia permea ogni aspetto della vita, il valore intrinseco del “gioco libero” rischia di essere sottovalutato. Spesso relegato al ruolo di un “semplice passatempo”, esso riveste in realtà, un’importanza fondamentale nello sviluppo integrale del bambino, strumento educativo capace di stimolare una crescita personale e un apprendimento significativi, spesso insostituibili da qualsiasi attività strutturata.
Come sottolineato da Alfred Adler, il gioco rappresenta un elemento essenziale per la crescita del bambino. Giocando, i bambini, guidati dalla loro naturale creatività, sviluppano le proprie capacità cognitive, affinano la loro sensibilità emotiva e costruiscono una rappresentazione sempre più ricca della realtà. Mentre per gli adulti, il linguaggio verbale è lo strumento principale per comunicare e comprendere la realtà, per i bambini il gioco è il linguaggio attraverso cui elaborano le esperienze, costruiscono relazioni significative e sviluppano quelle competenze sociali ed emotive che diventeranno fondamentali per il loro futuro benessere. Tuttavia, questa attività, così spontanea e creativa, non è solo un momento di svago, ma un vero e proprio laboratorio che plasma l’identità e la visione del mondo del bambino.
Che ruolo ha il gioco nell’interazione sociale e nella costruzione della “cultura” secondo le teorie socioculturali?
Secondo Piaget, le attività ludiche infantili costituiscono un fedele riflesso dei progressivi stadi di maturazione cognitiva. Il suo modello iniziale, suddiviso in gioco funzionale, simbolico e con regole è stato arricchito da Smilansky con l’introduzione del gioco costruttivo. Ognuna di queste fasi corrisponde a un particolare stadio di maturazione e riflette le competenze cognitive in via di sviluppo. Nello specifico, il “gioco esplorativo funzionale”, primogenito di tutte le attività ludiche, è fondamentale per la costruzione della conoscenza del mondo. Attraverso azioni motorie ripetute e mirate, il bambino esplora attivamente l’ambiente circostante, costruendo le prime rappresentazioni mentali di sé e degli oggetti. Questa fase iniziale, caratterizzata da una forte componente sensoriale e motoria, getta le basi per lo sviluppo successivo delle capacità cognitive superiori.
A partire dai due anni, l’attività ludica infantile subisce un’evoluzione significativa, passando da semplici gesti ripetitivi a complesse costruzioni. Il “gioco simbolico costruttivo”, caratterizzato dalla manipolazione intenzionale di materiali per creare oggetti o strutture, rappresenta un momento fondamentale per lo sviluppo cognitivo e creativo del bambino. Attraverso l’esplorazione e la sperimentazione, il piccolo costruttore acquisisce conoscenze sulle proprietà degli oggetti e sulle relazioni spaziali, sviluppando abilità di problem solving e pensiero critico. In questo contesto, il gioco costruttivo rappresenta un pilastro fondamentale nel processo di apprendimento infantile, in quanto diventa un vero e proprio laboratorio di apprendimento, in cui il bambino, ponendo domande e testando ipotesi, costruisce attivamente il proprio sapere. È auspicabile che i bambini siano incoraggiati a dedicarsi a tali attività, attraverso la creazione di contesti ludici arricchiti da materiali diversificati e stimolanti. Tali risorse, infatti, consentono ai bambini di sperimentare, esplorare e costruire significati, favorendo lo sviluppo di una mente curiosa e creativa.
Dai 18 mesi circa, nei bambini si manifesta la straordinaria capacità di attribuire significati nuovi agli oggetti e di interpretare ruoli, dando vita alle prime forme di gioco simbolico. Con l’avanzare dell’età, questo gioco di finzione si evolve in modo sempre più complesso, arricchendosi di elementi quali l’imitazione di azioni quotidiane, la creazione di scenari fantastici e l’interazione sociale. Mediante l’immaginazione e la drammatizzazione, i piccoli esplorano il mondo che li circonda, sviluppando abilità cognitive, linguistiche e sociali di fondamentale importanza per la loro crescita. In questo contesto ludico, imparano a negoziare, a rispettare le regole e a comprendere i punti di vista altrui, gettando le basi per una maturazione armoniosa e completa.
Mentre Piaget considerava il gioco principalmente come un’attività di scoperta e adattamento all’ambiente, Vygotskij ne evidenziava il ruolo fondamentale nello sviluppo sociale e culturale del bambino, sottolineando le dimensioni emotive e motivazionali. Per lo psicologo russo, il gioco non è solo un esercizio mentale, ma un’esperienza complessa che permette al bambino di esprimere desideri, liberarsi dai vincoli della realtà e crescere attraverso l’interazione. Il gioco è un modo per soddisfare bisogni e desideri che non possono essere appagati nella realtà immediata e, permette al bambino, inizialmente influenzato dall’ambiente circostante, di sviluppare la capacità di immaginare e agire in modo indipendente. La zona di sviluppo prossimale, ovvero la distanza tra ciò che un bambino sa fare da solo e ciò che può fare con l’aiuto di un adulto o di un compagno più esperto, è fondamentale per l’apprendimento. Vygotskij assegna all’adulto un ruolo di primaria importanza nel processo di sviluppo infantile attraverso il gioco. Agendo da modello e fornendo un’impalcatura cognitiva (scaffolding), l’adulto non solo stimola la creatività del bambino, ma lo accompagna attivamente nelle sue esplorazioni ludiche, supportandolo nel superamento delle difficoltà e favorendo così la sua maturazione e crescita cognitiva.
In che modo l’adulto può influenzare positivamente il gioco dei bambini? Come può l’adulto sostenere e stimolare la creatività e la curiosità del bambino durante le attività ludiche?Perché il gioco libero è così importante?
Il gioco è il linguaggio universale dell’infanzia, un’esperienza che permette ai bambini di esplorare il mondo con curiosità e meraviglia. È durante il gioco libero che i più piccoli sviluppano la loro creatività, la capacità di risolvere problemi e le abilità sociali. In questo percorso di scoperta, il ruolo degli adulti è fondamentale. Essere compagni di gioco significa offrire ai bambini uno spazio sicuro e stimolante dove poter esprimere la propria individualità e costruire relazioni significative. E il gioco libero, spontaneo e non strutturato, offre ai bambini infinite possibilità di esplorazione e apprendimento, un vero e proprio laboratorio di vita.
Quando i bambini giocano liberamente, possono:
Sviluppare la creatività: inventando storie, costruendo mondi immaginari e sperimentando nuove idee.
Rafforzare l’autonomia: prendendo decisioni, risolvendo problemi e affrontando sfide.
Migliorare le capacità cognitive: attraverso il gioco simbolico, la manipolazione di oggetti e l’esplorazione dell’ambiente.
Promuovere le relazioni sociali: imparando a collaborare, condividere e rispettare gli altri.
L’esposizione precoce e prolungata a schermi e dispositivi tecnologici può avere conseguenze negative sullo sviluppo dei bambini. Mentre è vero che la tecnologia offre numerosi vantaggi, è altrettanto vero che il gioco libero, con i suoi stimoli multisensoriali e le infinite possibilità di interazione, è essenziale per una crescita equilibrata. Il gioco libero permette ai bambini di sviluppare competenze motorie, cognitive ed emotive fondamentali, che difficilmente possono essere acquisite attraverso un’interazione passiva con uno schermo. È quindi importante trovare un equilibrio sano tra il mondo digitale e il mondo reale, privilegiando il gioco libero come momento prioritario di crescita e apprendimento.
Per favorire il gioco libero nei bambini, è fondamentale:
Creare ambienti stimolanti: mettendo a disposizione dei bambini una varietà di materiali e giochi che li invitino a esplorare e sperimentare.
Dedicare del tempo di qualità al gioco: giocando insieme ai bambini, senza distrazioni e con piena presenza.
Limitare l’uso dei dispositivi digitali: stabilendo dei limiti chiari e proponendo alternative al gioco sedentario.
Essere un modello positivo: mostrando ai bambini l’importanza del gioco e partecipando attivamente alle loro attività ludiche.
Considerazione personali
Gli psicoanalisti dell’infanzia, ampliando le intuizioni freudiane, hanno evidenziato come il gioco infantile funge da veicolo privilegiato per l’elaborazione e la padronanza di complesse dinamiche psicologiche. Data la sua rilevanza nello sviluppo, la psicoterapia del gioco si è affermata come l’approccio terapeutico più adatto ai bisogni specifici dei bambini. Similmente al sogno, che Freud definì la “via regia” all’inconscio, il gioco rappresenta un accesso diretto all’universo interiore, sia conscio che inconscio, del bambino. L’attività ludica, sebbene possa apparire come mera distrazione, è in realtà connessa a queste dinamiche psichiche complesse. Il bambino, nel corso del suo sviluppo, può trovarsi a fronteggiare ostacoli che, pur non essendo necessariamente oggettivi, vengono vissuti come insormontabili. È proprio attraverso il gioco che egli è in grado di elaborare queste difficoltà in modo graduale e simbolico, spesso inconsapevole delle dinamiche profonde che sottendono il suo agire.
Gli sport di squadra, i giochi da tavolo e i videogiochi, ciascuno con le proprie specificità, offrono al bambino stimoli e sfide adeguate alle diverse fasi del suo sviluppo, favorendo l’acquisizione di conoscenze e abilità in modo divertente e coinvolgente. Attraverso queste attività, il bambino impara a cooperare con gli altri, a rispettare le regole e a gestire le emozioni, sviluppando così competenze sociali e cognitive fondamentali per la sua crescita.
Conclusioni
Riconoscere l’importanza del gioco e integrarlo nella vita quotidiana è quindi essenziale per promuovere uno sviluppo equilibrato e una qualità di vita . Che si tratti di un’attività strutturata o di un semplice passatempo, il gioco rimane un potente strumento per una mente aperta, creativa e pronta ad affrontare le sfide della vita con spirito più leggero e costruttivo.
Proteggiamo questo tesoro, offrendo ai nostri figli l’opportunità di crescere felici, creativi e autonomi.
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Bibliografia
Piaget, J. (1945). Il linguaggio e il pensiero del bambino, Giunti 1962
Piergallini, S. (2020). L’importanza del gioco negli adulti e nei bambini. Passerino.
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