Bonding: Legame madre- figlio

a cura della Dott.ssa Daniela Cusimano, Psicologa Clinica, Coordinatrice Pronto Soccorso Psicologico Italia

Bonding

 

Un figlio ha bisogno di sua madre, una madre non può fare a meno di suo figlio”Simone de Beauvoir

Con il termine Bonding, gli specialisti definiscono quel legame speciale tra mamma e bambino, fatto di sguardi teneri, carezze e mille attenzioni. Un legame che spesso comincia già in gravidanza per realizzarsi pienamente nelle prime settimane di vita del bambino. Il termine si riferisce a una relazione speciale, molto basata sul contatto fisico.

Letteralmente, non significa altro che legare, vincolare, attaccare. E il bonding neonatale, quindi, non è che lo specialissimo e profondo legame che lega una mamma e una papà al proprio bambino. Il bonding non è un aspetto secondario e marginale del diventare genitori, anzi: è proprio grazie a questo fenomeno così affascinante che le mamme riescono ad allattare il proprio bambino, a proteggerlo e a prendersi cura di lui.

L’attaccamento della mamma al proprio bambino inizia a svilupparsi già prima della nascita quando nell’ecografia si vede la prima immagine e si iniziano a percepire i primi movimenti nella pancia. Anche il bambino inizia a conoscere i genitori tramite il suono della loro voce quando è ancora nell’utero materno.

A seguito del  parto , nel momento in cui il cordone ombellicale viene tagliato , il primo sguardo e il primo vagito danno inizio ad una serie di scambi fra madre e bambino in grado di creare un legame fisico, emotivo e psicologico che durerà tutta la vita.

L’attaccamento  o bonding ha la caratteristica di essere selettivo: il neonato cerca il contatto con la persona che lo accudisce,oggetto di attaccamento, e che gli dà benessere e sicurezza. La relazione con questa figura , la mamma nella maggior parte dei casi,fornisce una base sicura dalla quale durante la crescita il bambino potrà allontanarsi per esplorare il mondo sapendo che potrà sempre farvi ritorno e che sarà sempre accolto, nutrito, rassicurato e confortato.

L’attaccamento può quindi essere considerato un importante istinto umano che aiuta il bambino a soddisfare bisogni primari che riguardano anche l’affettività e la sicurezza, e non solo esigenze alimentari o fisiche,e aiuta i genitori a mettersi in relazione positiva con il nuovo membro della famiglia.

Alcune modalità di costruzione del bonding con il neonato comprendono: sorridere al bambino;parlare con lui sin dai primi giorni; stabilire il contatto pelle a pelle e carezzarlo e coccolarlo. Con il passare delle settimane questa forma di attaccamento si manifesta anche con le semplici azioni quotidiane di nutrimento e cura del neonato: cambiare il pannolino; allattarlo al seno o al biberon; giocare con il bebè; parlare con lui; tenerlo al sicuro tra le braccia; confortarlo quando piange.

Il fattore più influente sulla comunicazione madre-figlio è sicuramente l’atteggiamento della futura mamma nei confronti della maternità: è questo che dà il la’, alla formazione della personalità del bambino. E non si tratta semplicemente di un processo di ‘idealizzazione’, di un’elaborazione astratta che accompagna, di ogni donna,  il percorso del diventare madre, bensì di un’esperienza concreta di rapporto intimo con il bambino. Nel bonding la conoscenza e la comunicazione, tra madre e figlio, avvengono a diversi livelli e funzionano in entrambe le direzioni. Si tratta di una scoperta reciproca: mentre la mamma scopre il bambino, il bambino scopre la mamma e, con lei, il mondo. Nel processo per instaurare il bonding, sono molto rilevanti i ritmi di vita della madre poiché sono percepiti direttamente dal bambino. È fondamentale perciò una sincronizzazione dei ritmi madre-bambino e una stabilizzazione dei ritmi biologici che determinano la vita del piccolo.

Il massaggio offre l’opportunità di stabilire dei rituali quotidiani positivi, di trovare rispecchiamento l’uno nell’altro mentre si apprende la sequenza, di sperimentare il ritmo nel susseguirsi dei massaggi. Tuttavia, il bonding non è un evento, ma un processo e non è mai troppo tardi per creare un legame. Il massaggio infantile rappresenta un metodo sempre valido e utile per rafforzare il legame genitore-bambino anche quando esso è stato turbato.

Una madre e un padre accessibili fisicamente e disponibili emotivamente, presenti e attenti, costanti e prevedibili, che rispondono ai bisogni sia fisici che affettivi, soprattutto nei momenti di ansia, pericolo e sofferenza, diventano un retaggio personale fondamentale, che permetterà nei momenti cruciali della vita di attivare le risorse interiorizzate. Osservando fenomeni quali l’ allattamento e il pianto, abbiamo notato come la relazione madre-figlio è interdipendente e biologicamente basata: la madre possiede meccanismi fisiologici che vengono attivati solo con il contributo del suo piccolo che, grazie ai propri meccanismi fisiologici innati agisce in maniera tale da richiamare la sua attenzione, assicurarsene la vicinanza, nonché far in modo che gli venga data una risposta pronta e adeguata alle sue esigenze garantendogli la sopravvivenza e il benessere fisico e psicologico.
L’esito dell’attaccamento è rappresentato dai MOI ,Modelli Operativi Interni, interessanti da un punto di vista teorico per studiare l’elaborazione intrapsichica rispetto all’attaccamento con i caregiver e comprendere la soggettività di un individuo.

I modelli operativi interni ,sono dunque rappresentazioni mentali del sé, degli altri e delle relazioni, costruite a partire dal primo anno di vita come esito delle relazioni reali con le figure di attaccamento. Sono un nucleo organizzato di ricordi, delle relazioni e delle esperienze precoci che finiscono per modellare gli orientamenti, le percezioni e le credenze del soggetto. I modelli operativi interni sono conservativi ma anche flessibili, nel senso che possono essere decostruiti e ricostruiti, anche sulla base di risposte resilienti, per adattarsi ai cambiamenti evolutivi.

In conclusione,un detto africano recita ,”Per crescere un bambino ci vuole un villaggio“: questa frase credo che ci possa aiutare a capire che perché un bambino possa crescere sano, serve che ci si prenda cura anche della sua relazione con il genitore, perché possa costruirsi in un contesto di benessere anche per la mamma, e che si favoriscano contesti per i genitori che agevolino non solo l’accudimento fisico, ma anche la relazione. La relazione genitore – bambino si inserisce in un contesto di complessità in cui tanti fattori che magari fino a quel momento hanno sostenuto il benessere della persona ora possono ostacolarne la serenità. Ogni famiglia è diversa, affronta difficoltà diverse e ha anche proprie risorse per rispondervi diversamente.

I professionisti del Pronto Soccorso Psicologico Italia sono a diposizione in maniera continuativa per poter aiutare le mamme a dipanare dubbi e incertezze sul percorso di crescita dei loro figli.